Come evincerete dal nome, si è discusso di un tema a noi molto caro, ossia la proficua collaborazione tra materie scientifiche (ben rappresentate dalla matematica) e le cugine umanistiche, le cui veci hanno impegnato soprattutto la poesia e la letteratura.
Successivamente al discorso d'apertura, il primo a prendere parola è stato Carlo Sbordone, matematico accademico italiano e fondatore di una scuola di Analisi Matematica a Napoli.
Tenendo fede al suo curriculum vitae, il suo intervento ha interessato prettamente la matematica che, a suo dire, potrebbe essere insegnata in maniera più leggera non ricorrendo alla massiccia dose di formule di cui i nostri libri di testo sono stracolmi.
Argomentando con opportuni esempi (che, tra le altre cose, non richiedevano neppure un'approfondita conoscenza della materia per essere compresi), il professore è riuscito a catturare e a mantenere alta l'attenzione dei presenti con un lessico tanto ricercato e articolato quanto chiaro e intuitivo.

Il secondo intervento, maggiormente pertinente con il tema della simmetria tra le cosiddette due culture, è arrivato da Paolo Maroscia, attualmente docente di Geometria presso la Facoltà di Ingegneria Civile e
Industriale all’Università di Roma “La sapienza”.La sua esposizione è stata davvero a trecentosessanta gradi: passando da Šklovskij a Pessoa, dal Triangolo di Pascal al Teorema di Pitagora, si può ben dire che il tema della ricerca della simmetria tra i due mondi (solo) apparentemente distinti è stato centrato in pieno. A ciò si aggiunge la simpatia e la bizzarria di un personaggio davvero fuori dagli schemi che si è mostrato davvero a suo agio nel parlare in pubblico.
Neppure l'arte è stata trascurata in questo discorso a tutto tondo: ne è una vivace testimonianza il bosco simmetrico su un terreno costituito da numeri contenuto nel quadro di Ravà.

Di questa esperienza è proprio quella passione il tesoro che ci portiamo a casa e che dovrà guidarci nel nostro percorso futuro.