martedì 1 gennaio 2019

Bonny Barbara Allen, ossia y=x² e y²=x

Nella ballata medievale anonima "Bonny Barbara Allen" viene narrata una tragedia amorosa fra sir
"John Graeme" e "Barbara Allen" che si amarono, ma furono uniti solo dopo la morte. La vicenda inizia quando John sta per morire a causa della distanza e del mancato amore di Barbara, che si era allontanata da lui perché in passato l’aveva maltrattata. Viene quindi fatta chiamare dal malato e viste le sue precarie condizioni, la donna non fa niente per impedire la dipartita dell’uomo perché ancora adirata con lui, ma si renderà conto solo dopo la sua perdita di averlo amato seriamente. Infine il loro amore viene suggellato dall’unione fra una rosa, cresciuta sulla tomba di John, e un rovo, cresciuto sulla tomba di Barbara.
La struttura della ballata è resa simmetrica da tutte le quartine e da un uso preponderante di ripetizioni delle stesse parole. Inoltre l'ambientazione delle vicenda in pieno autunno, nel periodo di "San Martino" (11 Novembre), si carica di significati simbolici ed è simmetrica rispetto alle emozioni dei personaggi, che in momenti diversi provano angoscia e dolore.
Lo schema delle rime non è regolare, diremmo quindi asimmetrico, diversamente dalle ballate tipiche che seguono una struttura metrica ben definita. 
Infine possiamo collocare l'amore provato dai due protagonisti in un tipico concetto matematico, il diagramma cartesiano, e più in particolare con la funzione y=x² 
. L'amore di Barbara infatti ha segno negativo ed è diminuito progressivamente, mentre quello di John è sempre vivo e forte, anche se lui sta morendo. Però in seguito alla morte di John, resa graficamente con un punto M, Barbara si rende conto di aver amato realmente l'uomo, ed il suo amore ritorna forte e "positivo" mentre l'amore provato da John è presente ma è “negativo” perché lui ormai è morto. Questa variazione di sentimento è esprimibile mediante una simmetria della funzione originale rispetto alla bisettrice del primo e del terzo quadrante, che diventerà y²=x .






















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