venerdì 14 dicembre 2018

Le passanti




Fabrizio De André ci racconta delle donne, di diversi tipi di donne, che "passano" almeno una volta nella vita di tutti. Troviamo "quelle pensate come amore", che rendono l'uomo schiavo di un desiderio inespresso, sempre irraggiungibile; "quella conosciuta appena" che, trascurata e messa in secondo piano dall'uomo, ne provoca un rimpianto enorme una volta andata via; "quella quasi da immaginare", che appare realtà solo nei sogni; "la compagna di viaggio, i suoi occhi il più bel paesaggio", che addolcisce il cammino dell'uomo con la sua presenza.
La donna è dunque sfuggente, ma è posta al centro di tutto. Proprio come vediamo nella poesia cortese. Ma c’è anche qualcosa di “dantesco”. De André, infatti, riferendosi alla donna, afferma: "La fai scendere senza seguirla, senza averle sfiorato la mano". Sembra quasi di sentire l’eco dei versi di “Tanto gentil e tanto onesta pare”….
In questa canzone le donne sono delle "passanti", sono come gocce d'inchiostro su un foglio di carta bianca: la vita. Esse vanno e vengono, ma ciò che lasciano nel cuore di chi incontrano resterà indelebile.
Talvolta però accade che gli uomini, "se la vita smette di aiutarti", come dice De André, pensino alle occasioni perse e rimpiangano gli attimi in cui non hanno osato, rivelando ancora una volta l’asimmetria di un sentimento che non riesce a trovare pace, armonia ed equilibrio. Un rapporto dunque continuamente tormentato; la simmetria è un puro ideale…

giovedì 13 dicembre 2018

Carte da decifrare


In questa canzone di Ivano Fossati si parla di un amore tormentato, in cui l’amante non riesce a sentirsi all’altezza della purezza del sentimento.
La struttura della canzone è resa simmetrica da una serie di parallelismi che si manifestano attraverso le ipotesi e le relative conseguenze caratterizzate dalle anafore "Se avessi", "Se fossi", "Se facesse".
Tuttavia nel linguaggio utilizzato da Fossati sono presenti delle espressioni contrastanti che rappresentano delle asimmetrie. Infatti in alcuni tratti le parole dell'autore risultano tenere e gentili (Se facesse pioggia ti riparerei), mentre in altri crudeli e strazianti (Ad una croce qualunque ti inchioderei). È nell'uso di queste espressioni esasperate che si può individuare una somiglianza con la poetica di Guido Cavalcanti, noto per aver sempre prediletto una visione dell'innamoramento totalmente negativa. Infatti l'esperienza d'amore cavalcantiana non permette all'uomo di innalzarsi spiritualmente né di godere del sentimento poiché egli non sarà mai in grado di comprendere la donna amata e di amarla come vorrebbe. Quest'ultima, da Cavalcanti come da Ivano Fossati, è vista come un essere superiore, che l'intelletto umano non è capace di conoscere fino in fondo, e quindi di amare nel modo migliore possibile.
Così come la donna, anche il sentimento stesso dell'amore è difficile da comprendere: L'amore è carte da decifrare, dice Fossati, sottolineando quanto sia contorto questo sentimento, del quale si può godere solo imparando ad interpretarlo. Ma questa capacità è difficile da conquistare: infatti Fossati conclude la canzone scusandosi: Perdona se non ho avuto il tempo di imparare.

Una donna fuori dagli schemi: asimmetria tra poesia e realtà



“Non si poria contar la sua piagenza,

ch’a le’ s’inchin’ ogni gentil vertute,

e la beltate per sua dea la mostra.

Non fu sì alta già la mente nostra

e non si pose ’n noi tanta salute,

che propiamente n’aviàn canoscenza”

 (Guido Cavalcanti, "Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira")


Guido Cavalcanti, celeberrimo poeta italiano del Duecento, in questo sonetto espone una caratteristica tipica della produzione poetica italiana negli anni a cavallo tra la seconda metà del XIII secolo e gli inizi del XIV. Tale caratteristica consiste in un’asimmetria tra il ruolo dell’uomo e quello della donna nel contesto dell’esperienza amorosa che, per gli stilnovisti, è riservata solo a coloro che sono dotati del “cor gentile”, cioè di animo nobile. Il poeta vuole presentare la donna come una creatura superiore, dall'avvenenza straordinaria ed ineffabile,  di fronte alla quale l'intelletto umano nulla può per comprenderla appieno.
Spesso  la donna è elogiata e ammirata a tal punto da essere vista come un essere divino: ciò si evince nella stanza di congedo della canzone di Guinizzelli “Al cor gentil rempaira sempre amore”:

“Donna, Deo mi dirà: «Che presomisti?»,

sïando l’alma mia a lui davanti.

«Lo ciel passasti e ’nfin a Me venisti

e desti in vano amor Me per semblanti:

ch’ a Me conven le laude

e a la reina del regname degno,

per cui cessa onne fraude».

Dir Li porò: «Tenne d’angel sembianza

che fosse del Tuo regno;

non me fu fallo, s’in lei posi amanza»”.

In questi versi il poeta immagina di trovarsi dinanzi a Dio, dal quale è rimproverato per aver amato un essere terreno, e di giustificare questo peccato per il fatto che la donna amata assomigliava ad un angelo.
A prescindere dalle evidenti differenze tra i due poeti (ricordiamo che per Cavalcanti l’esperienza amorosa rimane negativa, distruttiva, perché ancorata all’irrazionale passionalità dell’uomo), una tale esaltazione della donna e la corrispondente collocazione dell’uomo in una condizione di inferiorità, per la società dell’epoca, rappresentano chiaramente un totale ribaltamento dei ruoli. È noto a tutti, infatti, che nel Medioevo, e non solo, la donna era considerata il “sesso debole”, relegata nell’ambito domestico, dedita esclusivamente ai lavori casalinghi e alla generazione e cura dei figli; a qualunque ceto sociale la donna appartenesse, lei doveva sottostare all'autorità dell'uomo di casa e, per giunta, non poteva aprire un'attività in proprio né gestire quella del proprio coniuge dopo una vedovanza.
Indubbiamente il discorso va esteso ai temi dell'amor cortese, meno religiosi e introspettivi e più concreti e moderati (per quanto concerne l'elevazione della figura femminile), alla corte di Federico II di Svevia (1220-1250), di cui menzioniamo alcuni versi di una canzone attribuita a Giacomo Da Lentini:

“S’eo guardo, quando passo,

inver’ voi, no mi giro,

bella, per risguardare.

Andando, ad ogni passo

getto uno gran sospiro

che facemi ancosciare;

e certo bene ancoscio,

c’a pena mi conoscio,

tanto bella mi pare.

(J. da Lentini, "Meravigliosa-mente")

Seppur non accentuata, anche qui la figura della donna viene posta in alto, sovrastante quella dell'uomo che, ci dice il poeta, incrociando lo sguardo dell'amata una sola volta, non è in grado di riconoscere più neppure sé stesso.
Come abbiamo visto, avvocati, giudici di corte e guide politiche si dilettavano per diversi motivi a riprodurre realtà ben differenti da quelle effettive (riscuotendo spesso anche ottima fama) e possiamo benissimo dedurne il motivo: sarebbe stato arduo descrivere sentimenti amorosi così profondi e toccanti verso un essere posto in una posizione di subordinazione.
Possiamo dunque affermare che il concetto di asimmetria è reperibile anche nel rapporto stesso tra realtà e poesia: infatti, come si è detto, le vicende descritte nei componimenti poetici sono tutt’altro che uno specchio della società del tempo. Non solo la parità tra sessi, ma anche solo la visione della donna come un essere pensante capace di elaborare informazioni e prendere decisioni, erano, per l’epoca, ideali fin troppo astratti e questo ci fa comprendere quanto fosse remota la possibilità che, in un ambito non poetico, una donna fosse addirittura ritenuta un essere superiore.
Ma in fin dei conti quest’asimmetria tra realtà e poesia dà un senso alla poesia stessa:
“Il poeta quando incomincia a scrivere cerca quello che non c’è in nessuna parte del mondo, eppure riesce a trovarlo.” (Plauto, “Pseudolus”)

Donna nel medioevo
Donna angelo

martedì 4 dicembre 2018

SIMMETRIA E ASIMMETRIA

In geometria la simmetria è una isometria, cioè una particolare trasformazione geometrica del piano che ad ogni coppia di punti del piano associa la coppia di punti del piano stesso che conserva le lunghezze. Nel linguaggio comune la simmetria indica una forma di corrispondenza regolare tra le parti di una configurazione. Pertanto, attenendoci alla definizione, la parola è associata ad un concetto di armonia ed equilibrio, poichè denota una concordanza di più parti che si integrano in un tutto. Un’immagine asimmetrica è quindi intesa come priva di proporzioni armoniose.
 Simmetria in arte
⧪Simmetria in geometria