giovedì 13 dicembre 2018

Carte da decifrare


In questa canzone di Ivano Fossati si parla di un amore tormentato, in cui l’amante non riesce a sentirsi all’altezza della purezza del sentimento.
La struttura della canzone è resa simmetrica da una serie di parallelismi che si manifestano attraverso le ipotesi e le relative conseguenze caratterizzate dalle anafore "Se avessi", "Se fossi", "Se facesse".
Tuttavia nel linguaggio utilizzato da Fossati sono presenti delle espressioni contrastanti che rappresentano delle asimmetrie. Infatti in alcuni tratti le parole dell'autore risultano tenere e gentili (Se facesse pioggia ti riparerei), mentre in altri crudeli e strazianti (Ad una croce qualunque ti inchioderei). È nell'uso di queste espressioni esasperate che si può individuare una somiglianza con la poetica di Guido Cavalcanti, noto per aver sempre prediletto una visione dell'innamoramento totalmente negativa. Infatti l'esperienza d'amore cavalcantiana non permette all'uomo di innalzarsi spiritualmente né di godere del sentimento poiché egli non sarà mai in grado di comprendere la donna amata e di amarla come vorrebbe. Quest'ultima, da Cavalcanti come da Ivano Fossati, è vista come un essere superiore, che l'intelletto umano non è capace di conoscere fino in fondo, e quindi di amare nel modo migliore possibile.
Così come la donna, anche il sentimento stesso dell'amore è difficile da comprendere: L'amore è carte da decifrare, dice Fossati, sottolineando quanto sia contorto questo sentimento, del quale si può godere solo imparando ad interpretarlo. Ma questa capacità è difficile da conquistare: infatti Fossati conclude la canzone scusandosi: Perdona se non ho avuto il tempo di imparare.

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