Circa l'origine di Eros, nel Simposio, degna di nota è l'argomentazione fornita da Socrate. Si narra che nel banchetto organizzato da Agatone, cui partecipò il filosofo ateniese, il tema del giorno era proprio l'Amore.
Amore è originato da due genitori dai caratteri diametralmente opposti: possiamo dunque affermare che fra questi ultimi vi è un’evidente asimmetria in quanto Poro, il padre, è coraggioso, risoluto e intento a filosofare, invece Penìa, la madre, è emblema della povertà, dello squallore e dell’ignoranza.
Dunque, Amore, in quanto figlio, presenta una evidente somiglianza con i genitori: è povero, scalzo e peregrino, ma al tempo stesso audace, cacciatore tremendo e filosofo. Egli, solitamente visto al pari di un dio, è quindi meglio raffigurabile come il centro di due mondi asimmetrici: uno, quello di Penìa, più misero ed umano; l'altro, quello di Poro, ultramondano ed elevato. La personalità di Amore, quindi, presenta una sorta di equilibrio, di simmetria, tra questi due mondi così lontani e opposti.
Inoltre Amore presenta un’altra somiglianza con Afrodite: da quest'ultima egli ha ereditato la bellezza fisica e l’amore per il bello, poiché furono concepiti nello stesso giorno.
Ma, essendo Amore amante del bello e la filosofia amore per il bello, si può dunque notare un’ulteriore simmetria tra Amore e la filosofia stessa, in quanto egli si rivela amante del bello, quindi filosofo.
Ciò che più ci colpisce, però è il discorsodi Aristofane, che introduce la figura di “ermafrodito”. Egli racconta che in passato c’erano tre generi fra gli uomini: il maschio, la femmina e l’ermafrodito. Quest’ultimo era un essere perfetto: egli comprendeva sia i caratteri della donna che i caratteri dell’uomo. Dunque presentava una struttura che manifestavaequilibrio e simmetria proprio grazie alla duplice natura da cui era formato. Inoltre la forma e il modo di muoversi degli ermafroditi era circolare, dunque rispecchiava l’ideale di perfezione del mondo classico rappresentato dalla più simmetrica delle forme geometriche: il cerchio. Ma Zeus, adirato per la perfezione e l’arroganza di questo essere, decise di punirlo e di dividerlo a metà. Da questo gesto, secondo Aristofane, deriva la ricerca, da parte di ogni essere vivente, della sua parte complementare, simmetrica, senza la quale si sente imperfetto e incompleto. Ma, successivamente, apprendiamo che,pur trovando la propria metà, l’essere umano non raggiungerà mai la perfezione e la felicità completa, in quanto la simmetria e l’equilibrio, che caratterizzavano in passato il genere dell’ermafrodito, rimarranno sempre un desiderio ed un obiettivo mai raggiunto completamente. Possiamo dunque notare una profonda asimmetria tra lo stato iniziale e quello finale degli uomini: essi, in principio, sono esseri perfetti e felici legati alla propria parte complementare; poi, una volta separati, divengono tristi e imperfetti, costantemente alla ricerca della loro metà simmetrica per ritornare ad essere completi.
Infine Aristofane ci fa capire quanto sia importante essere benevoli verso Amore, poiché, solo grazie al suo intervento, gli uomini possono tentare di ricongiungersi con la propria metà e di appagare il loro desiderio di ritrovare lo stato di simmetria ed equilibrio sottratto da Zeus. Desiderio senza fine, sia chiaro, perché la simmetria resta sempre una meta, mai una conquista compiuta.